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Il mobbing non è una malattia. Il termine è stato adottato da H. Leymann per definire particolari situazioni di conflitto nell’ambiente lavorativo: la grave e perdurante distorsione delle relazioni interpersonali che si verifica in questi casi è fonte di intense sofferenze psichiche e spesso di alterazioni permanenti dell’umore o della personalità.
Definiamo il Mobbing come:
• Comunicazione ostile e contraria ai principi etici, perpetrata in modo sistematico da una o più persone principalmente contro un singolo individuo che viene per questo spinto in una posizione di impotenza e impossibilità di difesa e qui costretto a restare da continue attività ostili (Leymann, 1996).
• Attacco continuato e persistente nei confronti della autostima e della fiducia in sé della vittima; la ragione sottostante tale comportamento è il desiderio di dominare, soggiogare, eliminare: la caratteristica dell’aggressore è il totale rifiuto di farsi carico di ogni responsabilità per le conseguenze delle sue azioni (Field, 1996).
Il mobbing si concretizza in una serie di comportamenti ostili e di strategie di distruzione psicologica vasti quanto la fantasia umana: talvolta poco evidenti, nella maggior parte dei casi, però, gli atteggiamenti interpersonali, le azioni e i provvedimenti che vengono presi a danno della vittima designata sono di un’evidenza lampante e si deve solo ad una generale sottovalutazione della gravità di questi fatti se essi possono essere messi in atto per lunghi periodi, anche per anni, fino a determinare conseguenze psichiche talvolta irreparabili nelle vittime.
Una condizione di mobbing si distingue per il protrarsi di queste azioni nel tempo, per l’evidente indipendenza di esse da esplicite e condivisibili esigenze gestionali, ma soprattutto per l’intenzione del mobber di perseguitare, di nuocere, di espellere la vittima, negando ogni ragionevole tentativo di soluzione del conflitto e, molto spesso, negando il conflitto stesso.
In alcuni casi di conflitto l’uso strategico e sistematico di queste azioni è finalizzato alla distruzione psicologica della vittima. Il modo in cui vengono messe in atto le azioni persecutorie conferisce ad esse un valore e un peso nella relazione interpersonale tra persecutore e vittima che comporta spesso un danno psichico molto più grave e che talvolta non appare commisurato agli effetti evidenti sulla condizione lavorativa della vittima.
L’esperienza del mobbing è assimilabile ad un profondo trauma emotivo: il sovvertimento delle regole implicite e/o esplicite su cui si fonda la relazione lavorativa, la distorsione della comunicazione, la frustrazione di ogni tentativo ragionevole di sviluppare il conflitto producono nella vittima un vissuto di grave pericolo e l’incapacità di processare cognitivamente l’evento.
Il risultato patologico è in genere il Disturbo Post-Traumatico da Stress.
Come si attuano le strategie di mobbing
• Demansionamento;
• Marginalizzazione del lavoratore fino ad una totale inoperosità;
• Costruzione ad arte di incidenti miranti a rovinare la reputazione della vittima;
• Discriminazione sulla carriera, le ferie, l’aggiornamento, la postazione di lavoro, il carico e la qualità del lavoro;
• Negazione dei diritti contrattuali;
• Utilizzazione espressioni o atteggiamenti offensivi o di squalifica, fino alla diffamazione vera e propria;
• Isolamento dal contatto con gli altri lavoratori;
• Utilizzazione in modo esasperato ed esasperante il potere di controllo e l’azione disciplinare.
Conseguenze psicologiche del mobbing
Gli effetti del mobbing sulla salute psicofisica delle vittime possono essere di intensità non trascurabile e manifestarsi attraverso una sintomatologia variegata, tra cui ricordiamo:
• Disturbi del tono dell’umore;
• Disturbi psicosomatici;
• Alterazione del comportamento;
• Disturbi d’ansia.
danni causati dal mobbing
Danno patrimoniale: è la conseguenza diretta e immediata della condotta lesiva, si scompone in due componenti: il lucro cessante e il danno emergente
Danno morale: laddove ci siano stati comportamenti che integrano azioni anche penalmente sanzionate, è riconosciuta la risarcibilità del danno morale, che consiste nei patemi d’animo provati dalla vittima, e del danno alla vita di relazione.
Danno biologico: tale danno consiste nella menomazione dell’integrità psicofisica del soggetto suscettibile di valutazione medico-legale. L’ambito applicativo del danno biologico si è progressivamente esteso fino a comprendere anche il danno cosiddetto psichico.
Danno esistenziale: è un danno risarcibile per quei soggetti mobbizzati per i quali non si è determinata la comparsa di psicopatologie, si riconosce l’ingiustificata e dannosa compromissione della personalità morale del lavoratore.
Il mobbing è riconosciuto come malattia professionale non tabellare dall’INAIL e, come tale, è indennizzabile.